
Philip K. Dick – Il mondo che Jones creò (1965)
Epub
Tra le molte collane di science fiction edite negli Stati Uniti, una delle più popolari, nell’estensione totale del termine, è quella degli Ace Books: vi hanno trovato ospitalità, nella loro prima edizione, innumerevoli romanzi tipici del genere space-opera. John Brunner, Kenneth Bulmer, Murray Leinster, Robert M. Williams, Jane Roberts, Robert Silverberg, Marion Z. Bradley, David Grinnell, Andre Norton sono i nomi che ricorrono più di frequente nei cataloghi di questa collana: e qualunque lettore italiano che ami tenersi informato è in grado di catalogare, nei loro pregi e nei loro limiti, questi autori che in genere amano rielaborare temi avventurosi, richiamandosi ai canoni della fantascienza primitiva, solo di rado azzardandosi sulla strada difficile e accidentata di una interpretazione più nuova. In fondo, è logico che sia così: esiste una chiara specializzazione « di categoria » tra le collane americane di science fiction. E gli Ace Books si sforzano di soddisfare, con una produzione di mole enorme, la sete di evasione e di avventure fantastiche di un vasto strato di lettori. Recentemente, del resto, questa vasta attività ha ricevuto la consacrazione ufficiale del Premio Hugo, assegnata agli Ace Books per la migliore attività editoria le. Tuttavia Donald Wollheim che è l’editor della collana, pur tenendo presente questa necessità pratica, è un uomo di gusto sicuro e di intelligenti intuizioni. E, non appena può, ama insinuare nella collezione romanzi di levatura eccezionale: e uno degli autori che preferisce, per queste scorribande al di fuori degli abituali confini, è Philip K. Dick. Chiunque abbia familiarità con le pubblicazioni americane e inglesi avrà visto citata molte volte, più o meno scherzosamente, la celebre «legge di Sturgeon»: il novanta per cento di tutto ciò che esiste è ciarpame. La legge di Sturgeon (che ha anche una validità generale) è non meno azzeccata per quanto riguarda la science fiction. E, d’altronde, vi sono altri generi di narrativa in cui il novanta per cento di ciarpame sale anche al novantacinque, addirittura al novantanove.