Matteo Andolfo – L’ipostasi della «Psyche» in Plotino. Struttura e fondamenti (1997)
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In Omero la psyche è lo spirito del morto, un’ombra incosciente e smemorata, è l’ombra dell’ «essere stato», o, se si preferisce, è il nonesserci-più mantenuto in maniera emblematica in una vana immagine. Con gli Orfici diventa il demone che è in noi, caduto in un corpo per una colpa originaria, destinato a trasmigrare di corpo in corpo fino allapurificazione finale, radicalmente scisso dalla coscienza e dalla conoscenza. Con i filosofi, soprattutto , si impone la connessione dell’anima con il logos. Già Eraclito diceva: «i confini dell’anima non li potrai mai trovare, così profondo è il suo logos». Ma è stato Socrate a identificare l’essenza dell’uomo con la sua anima e ad additare lo scopo supremo dell’uomo nella «cura dell’anima » . Ma Socrate fornì dell’anima una definizione solo operativa e funzionale: è la facoltà con cui l’uomo conosce e mette in atto nel suo agire il bene (o il male, mediante l’ignoranza).
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