
James White – Settore generale (1963)
Epub
Cari amici, anche questa è fatta. il primo volume ufficiale dello Science Fiction Book Club è varato e mi auguro che vi piaccia. Ray Bradbury, l’affascinante eretico della science-fiction, il maestro indiscusso della science-fantasy, disertava il pubblico italiano specializzato da tempo immemorabile (a parte il racconto apparso qualche mese fa su Galaxy, ma in questo caso il merito era di Fred Pohl), tanto che altri editori si davano alle ristampe. Naturalmente, era arrivato il momento di dire energicamente “basta!” al gentilissimo Ray e di indurlo a fare onorevole ammenda cedendo per un’edizione italiana la sua più famosa raccolta di racconti, A medicine for melancholy, che è diventata appunto La fine del principio. Per la verità, Bradbury ha accettato con molto entusiasmo l’imposizione e mi ha semplificato grandemente il compito, dichiarandosi felicissimo di poter offrire un suo libro ai suoi ammiratori del paese che (come lui stesso ha scritto), ha dato i natali al creatore della Gioconda, il cui sorriso è stato appunto da Bradbury trasformato nei fulcro ideale d’un racconto che è uno dei gioielli de La fine del principio. Per i devoti fans di Bradbury, questo volume rappresenterà in un certo senso una sorpresa rispetto alla sua produzione conosciuta fino ad oggi in Italia: a parte qualche esempio allucinante (Delirio, Il dragone, per citarne qualcuno), questa raccolta presenta in tutta la sua completezza un aspetto meno noto ma non per questo meno importante di questo autore: non più creatore di racconti “neri”, perversi e angosciosi, ma di quadri delicatissimi, aerei e scintillanti, arricchiti di preziose sfumatura di poesia barocca, che senza dubbio rappresentano alcune tra le vette più alte della science-fantasy, un genere che all’estero è considerato un ramo molto prossimo, ma anche nettamente distinto, rispetto alla science-fiction, e che in Italia, per un equivoco che risale proprio alle origini dell’importazione fantascientifica, viene quasi regolarmente confuso con il filone principale, in realtà più ortodosso e meno fantastico.